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Violenza sugli operatori sanitari: i dati, la prevenzione, la gestione
Corso FAD ECM
Perché seguire questo corso FAD ECM sulla violenza contro gli operatori sanitari?
La violenza è un problema di salute pubblica che interessa molteplici ambiti lavorativi, ma tra gli operatori sanitari sta assumendo dimensioni allarmanti. All'origine della violenza c'è spesso un problema di comunicazione e di gestione dello stress per il paziente ma anche per l'operatore sanitario. Bisogna conoscere i meccanismi che stanno alla base del fenomeno della violenza e le strategie di prevenzione e gestione.
Che cosa imparerai seguendo questo corso?
Questo corso FAD fornisce i numeri del problema, analizza le cause che scatenano questi episodi di violenza, non solo fisica, ma anche verbale e psicologica, e fornisce indicazioni su come prevenire e gestire un eventuale attacco violento anche sulla base della nuova normativa.
Il corso si rivolge a tutti gli operatori sanitari, perché tutti sono esposti al rischio di violenza sul luogo di lavoro da parte di pazienti e familiari, ma anche di colleghi e superiori.
Che cosa comprende il corso?
Il corso FAD ECM comprende un dossier ricco di riferimenti bibliografici per chi volesse approfondire l'argomento, due casi di pratica clinica con cui cimentarsi e un questionario ECM randomizzato con soglia di superamento al 75% delle risposte corrette, oltre al questionario di gradimento con possibilità di lasciare commenti in aperto sul corso svolto.
Cimentati con un caso del corso
“Benissimo, sarò puntuale”.
“Sì, come l’ultima volta, quando sei arrivata due ore dopo per un’emergenza in ospedale”.
“Questa volta sarà diverso, non lavoro domani. Sono in malattia…”
“Malattia? Cosa ti è successo?”
“Nulla nulla, si fa per dire… quando ci vediamo ti racconterò del mio dito... distrutto”.
Alle 20 Anna si presenta dall’amico, puntuale, con il dito indice della mano sinistra fasciato.
“Caspita che puntualità questa sera, non avrai intenzione di stupirmi...” dice ammiccando Giulio.
“Caro Giulio, ti stupirò con tutti i miei racconti, ma non con altro”.
“Lo so, lo so, sei sempre innamorata di Allegra e ormai state insieme da tempo e io non posso evidentemente competere” ripete con voce cantilenante.
“Però sarai sempre il mio migliore amico”.
“Capirai che consolazione… Comunque stasera sei tutta mia e non ho intenzione di rovinarmi la serata pensando ad Allegra. Prendiamoci un aperitivo e inizia a raccontare, cosa ti è successo al dito?”
“Guarda sono ancora sotto shock è accaduto settimana scorsa, ero di turno in Pronto soccorso e sono stata aggredita da un paziente, un uomo di 55 anni” racconta Anna sorseggiando l’aperitivo.
“Come aggredita?!” ribatte incredulo Giulio. “Ma come stai? È assurdo che ci si debba preoccupare della propria incolumità invece che pensare alla salute dei pazienti!” sbotta l’amico che in quanto psicologo si sente molto vicino ad Anna per quanto accaduto.
“Il medico di turno stava visitando quest’uomo e io mi ero accorta che era un po’ agitato. Mi sono presentata dicendogli che gli avrei anzitutto misurato la pressione e gli ho spiegato cosa avrei fatto. Poi, istintivamente, ho cercato, come dire..., di velocizzare il momento assistenziale e mi sono avvicinata con una certa rapidità per i controlli infermieristici di routine e lui si è innervosito senza motivo, ha iniziato a urlare, farneticava, io al quel punto ho cercato di rassicurarlo, mi sono quasi scusata dicendogli che non c’era alcuna fretta, ho provato a mantenere la calma e ad avere un atteggiamento rassicurante, ma lui come una furia mi ha preso le mani e me le ha strette, io ho cercato di allontanarmi, lui ha avvicinato la mia mano alla sua bocca e mi ha... morso! Non ti dico il dolore e la paura! Mi hanno dovuto dare 10 punti di sutura”.