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Il cancro della mammella
Corso FAD ECM per infermieri pediatrici
Il carcinoma della mammella è il tumore maligno più frequente nella donna. Anche grazie allo screening e alle terapie mirate, la prognosi è in continuo miglioramento, con tassi di sopravvivenza sempre più alti. Tuttavia, il carcinoma della mammella è ancora la principale causa di morte da tumore nella popolazione femminile e un rilevante problema di salute pubblica.
È quindi importante conoscere la malattia e acquisire competenze che aiutino a gestirla in modo efficace.
Che cosa imparerai seguendo questo corso
Grazie a questo corso ECM acquisirai conoscenze aggiornate ed evidence based sull’epidemiologia, sulla classificazione, sulla stadiazione del cancro della mammella e sui fattori di rischio. Inoltre potrai sviluppare le competenze necessarie per la diagnosi, per la gestione di primo livello della malattia e del follow-up.
A chi è dedicato questo corso FAD ECM
Questo corso FAD ECM si rivolge a tutti gli operatori sanitari considerata la diffusione e l'importanza della malattia.
Che cosa comprende il corso
Il corso FAD ECM comprende un dossier evidence based ricco di riferimenti bibliografici per approfondimento, due casi di pratica con cui cimentarsi e un questionario ECM randomizzato con soglia di superamento al 75% delle risposte corrette, oltre al questionario di gradimento con possibilità di lasciare commenti in aperto sul corso svolto.
Cimentati con un caso del corso
Pia ha 42 anni. Lavora come fisioterapista in uno studio privato nel centro di Bologna. È una donna dinamica, precisa, sempre sorridente e spesso racconta con orgoglio del suo bambino di sei anni, Matteo: “un terremoto” dice “ma la mia gioia più grande”. Ha una vita piena, scandita dal lavoro, dagli impegni scolastici del figlio e da qualche lezione di yoga quando riesce a ritagliare un po’ di tempo per se stessa.
Una sera, dopo la doccia, mentre si asciuga, sentire un piccolo nodulo, duro, poco mobile, nel quadrante supero-esterno della mammella sinistra. Per un attimo rimane immobile e viene subito preda da un dubbio, che però preferisce scotomizzare: “Forse è solo una ghiandola infiammata” si dice cercando di convincersi.
Nei giorni successivi ci ripensa spesso e ogni doccia è un’ansia per sentire come va il suo “nodulino”. Decide perciò di parlarne con la sua ginecologa, che la segue da anni. La visita viene fissata a breve. Alla palpazione la ginecologa conferma la presenza del nodulo e propone subito di eseguire una mammografia e un’ecografia.
Pia non ha familiarità per tumori della mammella, è in buona salute, normopeso e non ha mai fumato.
Gli esami vengono eseguiti in tempi rapidi. La mammografia identifica la presenza di un nodulo a margini sfumati di circa 1,7 centimetri di diametro. L’ecografia conferma la presenza di una lesione ipoecogena. A questo punto la radiologa suggerisce di proseguire l’iter diagnostico con una biopsia.
Il referto della biopsia arriva pochi giorni dopo: “carcinoma duttale infiltrante, HR positivo, HER2 negativo, con Ki-67 al 28%”. La ginecologa, visti gli esiti, prende appuntamento per per Pia alla Breast Unit dell’ospedale di riferimento, dove il caso viene discusso dall’équipe multidisciplinare. Vengono spiegate alla donna le varie soluzioni possibili e si conviene per procedere con una chirurgia conservativa e biopsia del linfonodo sentinella.
L’intervento viene eseguito senza particolari problemi e il linfonodo sentinella risulta negativo, risparmiando così a Pia la chirurgia ascellare.
Il giorno seguente l’intervento Pia viene ragguagliata dall’oncologa, che è andata a visitarla nel Reparto di chirurgia, sulla situazione e sul futuro: “Signora Pia, anche se il tumore mostra una proliferazione piuttosto sostenuta, la buona notizia che le avranno già dato è che il linfonodo è pulito e che il tumore è stato rimosso completamente. Ora dovremo valutare insieme la cura per ridurre il rischio che il tumore si ripresenti: si chiama terapia adiuvante perché aiuta, appunto, quanto già fatto con la chirurgia. A proposito delle scelte terapeutiche che faremo insieme, non solo è importante che il tumore sia risultato positivo ai recettori per gli estrogeni, ma anche che lei non sia ancora in menopausa”.
Pia annuisce, ma poi domanda: “Scusi, dottoressa, perché è così importante che io non sia ancora in menopausa?”