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L'impronta ecologica dei sistemi sanitari

Corso FAD ECM

Descrizione

Perché seguire questo corso FAD ECM sull'impronta ecologica dei sistemi sanitari?

Considerando che il sistema sanitario si occupa di prevenzione e cura delle persone è paradossale che possa contribuire ad aumentare i livelli di inquinamento ambientale con le conseguenze che ne derivano per la salute. E' importante che tutti gli operatori sanitari prendano coscienza di questo paradosso e ciascuno contribuisca a limitare l'impatto ambientale scegliendo processi e attività a minore impatto ambientale.

Che cosa imparerai seguendo questo corso
Al termine del corso avrai acquisito una maggiore consapevolezza sulle attività a maggiore e minore impatto ambientale e sulle soluzioni concrete che possono essere messe in atto.
A chi è dedicato questo corso ECM
Questo corso si rivolge a tutti gli operatori sanitari vista la trasversalità del tema e il coinvolgimento di ciascuno di noi. Ogni operatore troverà anche spunti utili per la modifica dei propri comportamenti.
 
Che cosa comprende il corso
Il corso FAD ECM comprende un dossier ricco di riferimenti bibliografici per chi volesse approfondire l'argomento, due casi di pratica con cui cimentarsi e un questionario ECM randomizzato con soglia di superamento al 75% delle risposte corrette, oltre al questionario di gradimento con possibilità di lasciare commenti in aperto sul corso svolto.

Aperto a
Crediti ECM
5.00
Scadenza
23-10-2025
Prezzo
30.01 €
Obiettivo nazionale
Area obiettivi: Area degli obiettivi formativi tecnico-professionali
Obiettivo formativo: Sicurezza e igiene ambientali (aria, acqua e suolo) e/o patologie correlate.
Responsabile scientifico
Antonio Bonaldi
programma
Impronta ecologica dei sistemi sanitari
Corso FAD L'impronta ecologica dei sistemi sanitari
Crediti ECM: 5.00
Prezzo di listino: 30.01 €
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Cimentati con un caso del corso

Sono le 14.00 di venerdì pomeriggio: l’orario dell’ambulatorio è praticamente terminato e la dottoressa Silvia Greco si prepara per uscire e raggiungere l’ospedale dove l’ASST locale ha organizzato un interessante incontro di formazione. Incuriosita dall’argomento, Silvia si è iscritta dopo aver ricevuto l’invito tramite un’e-mail. Mentre sale in macchina, si affretta a chiamare il compagno per ricordargli dell’impegno: “Ciao amore, ti ricordo che oggi faccio un po’ tardi perché ho quel corso in ospedale di cui ti dicevo”.
“Ciao, meno male che mi hai chiamato perché me ne ero già dimenticato” risponde il compagno.
“Ma se ti ho anche detto che mi sembrava interessante perché diverso dal solito e ti ho anche fatto vedere il programma!” “Ma sì, ma sì, ora ricordo tutto”.
“Menti sapendo di mentire. Di che cosa tratta?” Con voce titubante il compagno messo alle strette risponde “Ecco, mi ricordo... sì, qualcosa sul sistema sanitario. Sono promosso?”
“Piantala, per punizione stasera cucini tu”.
“Ma certo, tesoro, come sempre...”
Terminata la telefonata, Silvia raggiunge l’aula magna dell’ospedale con un po’ di anticipo, ma i relatori sembra siano già tutti arrivati: ci sono il direttore sanitario, i responsabili dei reparti di medicina generale e di cardiologia e un ospite. La sala è quasi piena e, puntualissimo, il responsabile della cardiologia introduce l’incontro: “Buongiorno care colleghe e cari colleghi, grazie per essere qui di venerdì pomeriggio. Abbiamo pensato di organizzate questo appuntamento perché riteniamo sia utile, come unità sanitaria del nostro territorio, scambiare qualche informazione e dare qualche consiglio riguardo a un’operazione che compiamo quotidianamente: prendere delle decisioni cliniche per i nostri pazienti. Questa attività, per quanto ci si possa abituare, richiede grandi sforzi e capacità di valutazione delle situazioni, ma si colloca anche in un contesto più ampio di quanto si possa pensare ed è qui che arrivo alla novità di questa giornata: per la prima volta affronteremo un tema che sembra forse molto lontano e che invece ci coinvolge in prima persona e cioè cosa possiamo fare per prendere decisioni mediche che siano consapevoli... delle conseguenze ambientali. Si parla sempre più spesso di surriscaldamento globale, di emissioni di anidride carbonica, di conseguenze del cambiamento climatico anche sulla salute… ma siamo sicuri che noi operatori sanitari non ne siamo in parte responsabili? Possiamo fare qualcosa? La locandina dell’evento parla già di per sé: abbiamo scelto il colore verde di sfondo perché il tema è la sostenibilità ambientale, in questo caso dei sistemi sanitari. La giornata di oggi è per diffondere la consapevolezza che anche noi nella sanità possiamo fare qualcosa, anche piccole cose, per contribuire a limitare le emissioni delle nostre strutture di lavoro. Lascio la parola ai nostri ospiti, che ringrazio. E grazie a tutti voi di nuovo”. Dopo gli applausi prende la parola la dottoressa Longhi: “Buongiorno, sono felice e onorata di essere qui oggi. Sono un medico di medicina generale, collaboro con l’ASST da tanti anni ormai, e mi occupo da qualche tempo di ambiente e sistemi sanitari. Vi siete mai chiesti quanto inquinano le attività sanitarie? Ci avete mai pensato? Secondo voi, rispetto al totale delle emissioni mondiali di anidride carbonica e altri gas serra quale percentuale è dovuta alle attività dei sistemi sanitari?”
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