La piattaforma indipendente
per la tua formazione continua
Long COVID: le conseguenze dell'infezione a lungo termine
Corso FAD
Nelle fasi iniziali della pandemia la priorità è stata salvare più vite possibili e limitare la gravità della malattia in assenza di terapie di provata efficacia. Ora che si conosce meglio la COVID-19 c’è la speranza che la gestione dei casi acuti abbia esiti meno drammatici. Tuttavia, i medici di medicina generale e gli specialisti, alcuni dei quali hanno organizzato ambulatori di follow up in Italia e anche in altri paesi molto colpiti, iniziano a rendersi conto che alcuni pazienti, a distanza di settimane o mesi dalla negativizzazione e dalla remissione della fase acuta continuano a lamentare sintomi anche invalidanti a carico di vari organi. Questi pazienti sono stati definiti con terminologia anglosassone i pazienti “long COVID” o “long haulers”. Di questi tratta questo corso FAD, il primo nel suo genere.
Cimentati con un caso del corso
In sala d’aspetto, attrezzata con cartelli che invitano a indossare correttamente le mascherine, al lavaggio delle mani e a mantenersi distanziati, attende di entrare Giovanni.
È un impiegato cinquantenne, che il medico aveva visto di rado prima della pandemia per una iper- tensione lieve in trattamento. Lo accompagna la moglie Daniela, insegnante, che è sempre stata il tramite fra il marito e il dottor Raffaele.
“Buona sera, dottore! Intanto volevo ringraziarla perché quando a giugno le avevo raccontato al telefono che avevo febbre alta, mal di gola e non avevo più appetito perché non sentivo più i sapori e gli odori, è riuscito a mandarmi a casa quei giovani medici vestiti da marziani che mi hanno fatto il tampone. Mi sono ovviamente spaventato quando poi lei mi ha detto che ero positivo per il virus e che dovevo stare in casa, ma le telefonate sue e del Servizio d’igiene mi hanno rassicurato e la fatica a respirare c’è stata solo per pochi giorni e solo quando mi alzavo dal letto” lo saluta cordialmente Giovanni.
Interviene la moglie: “Probabilmente allora mi sono presa la COVID anch’io, perché ho avuto un po’ di mal di gola e un paio di giorni di febbre, ma poi mi sono rimessa subito. Per fortuna lavoravo in smart working e sono stata a casa con lui senza uscire per tre settimane, facendomi portare la spesa da mia sorella, che la lasciava in ascensore. Ora prima di rientrare a scuola ho fatto il test sierologico, che è risultato positivo, mentre il tampone è negativo. Ma per Giovanni è stato diverso: anche se si è sfebbrato in una settimana e ha avuto i suoi due tamponi negativi, dopo non è stato più lo stesso”.
“Forse esageri un po’” cerca di minimizzare il marito.
“Però è vero che non mi sono più sentito bene, per settimane sono stato davvero senza forze e an- che ora mi manca il respiro se faccio anche piccoli sforzi e sono tutto dolorante. Può essere ancora la COVID o è solo nella mia testa? Ho visto che in internet ci sono molti gruppi di pazienti che sono nella mia stessa situazione”.