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COVID-19 in Lombardia: esperienze in ostetricia, oncologia e terapia intensiva
Corso FAD ECM
La Lombardia è stata la prima Regione italiana ed europea a rilevare e trattare casi di pazienti COVID-19, in una situazione di incertezza clinica e di difficoltà organizzativa che hanno reso molto difficile l’attività e che, anche per la carenza di dispositivi di protezione individuale hanno causato morti tra i medici anche in specialità diverse da quelle specificamente coinvolte come la medicina generale, le malattie infettive, la rianimazione e la pneumologia.
La pandemia ha modificato l’assistenza e la percezione di malattia anche per i pazienti con altre condizioni e per altri specialisti. Le prime esperienze e i risultati nei campi dell’ostetricia, dell’oncologia e delle terapie intensive milanesi e lombarde sono state seguite da tutto il mondo scientifico e vengono ora proposte in questo breve corso.
Cimentati con un caso del corso
cinque anni. È da tempo che cerca di avere un bambino e finalmente nell’ultimo
scorcio della scorsa estate il test di gravidanza ha dato esito positivo. Cristina è figlia unica e l’annuncio della gravidanza ha reso felice la coppia e anche i futuri nonni, in particolare Donatella,la nonna materna, che è medico di medicina generale, vicina alla pensione. Cristina sta bene, fumava 5 sigarette al giorno, che però aveva promesso al marito di abbandonare se rimaneva incinta e così è stato.
Donatella ha consigliato alla figlia di farsi seguire presso il maggiore ospedale della città. “Conosco diversi ginecologi e ostetriche e seguono molte mie pazienti: so che potranno seguirti in collaborazione con il Consultorio familiare senza esagerare con troppe ecografie ed esami e che ti ricorderanno di vaccinarti per l’influenza”.
“Ne parlerò con la mia ginecologa, ma pensi davvero che la vaccinazione non sia pericolosa? Non l’ho mai fatta e cinque anni fa tu non l’hai consigliata alla mia amica Livia, tua paziente, che allora era incinta”.
“È vero, ma in medicina le cose cambiano e ora la vaccinazione antinfluenzale è consigliata per le donne che come te saranno nel pieno dell’epidemia influenzale nel secondo e terzo trimestre. È un virus inattivato e non è pericoloso per il feto, anzi così tu potrai trasmettergli i tuoi anticorpi già pronti per le sue prime settimane-mesi di vita, quando il suo sistema immunitario non sarà ancora in grado di crearne di propri”.
Tutto questo prima dell’arrivo del nuovo coronavirus. Cristina ha regolarmente eseguito tutti i controlli, risultati sempre nella norma, ma da quando è scoppiata la pandemia è molto preoccupata per sé e per il bambino e tempesta la madre di domande. È il 30 marzo ed è arrivata ormai alla 36° settimana: “Mia cara, devi essere tranquilla, i reparti di ostetricia sono pronti a gestire le nascite anche in questa difficile situazione” la rassicura la madre.