La piattaforma indipendente
per la tua formazione continua
Igiene e assistenza del cavo orale
Corso FAD ECM per igienisti dentali
Perché seguire questo corso FAD ECM sull'igiene e assistenza del cavo orale?
L'igiene orale riguarda tutte le persone, siano esse sane o malate. La maggior parte delle patologie del cavo orale sono prevenibili e una corretta assistenza ai malati che hanno problemi del cavo orale (durante la chemioterapia o in terapia intensiva, o nelle malattie croniche) è essenziale per ridurre il numero di complicazioni. Ogni operatore sanitario dovrebbe quindi conoscere le misure e gli strumenti di prevenzione per la salute del cavo orale e di gestione dell'igiene orale.
Che cosa imparerai seguendo questo corso FAD?
Oltre a informazioni sull’importanza della salute del cavo orale come misura di sanità pubblica e per la salute individuale, acquisirai conoscenze e competenze sulle buone pratiche di igiene del cavo orale con particolare attenzione alle situazioni di fragilità e di comorbilità, sulle principali patologie del cavo orale e sulle procedure assistenziali per la corretta igiene orale nei pazienti non autonomi.
A chi è dedicato questo corso ECM
Il corso ECM è rivolto a tutti gli operatori sanitari.
Che cosa comprende il corso?
Il corso FAD ECM comprende un dossier evidence based, due casi di pratica quotidiana con cui cimentarsi e un questionario ECM randomizzato con soglia di superamento al 75% delle risposte corrette. Chiude il corso il questionario di gradimento con la possibilità di lasciare anche un commento in aperto sul corso svolto.
Cimentati con un caso del corso
Gianna ha 70 anni e vive con il marito di 72 anni, Paolo. La donna è sempre stata in sovrappeso, attualmente pesa 74 kg ed è alta 168 cm (IMC 26,2 kg/cm²), è ipertesa da quando ha 60 anni in trattamento con losartan 100 mg/die. Fin dall’infanzia ha sempre avuto un’avversione per la verdura, che non mangia mai, mentre riesce anche per le insistenze di Paolo, “Sei proprio una testona! Possibile che non riesci a fare un piccolo sforzo in nome della salute?”, a mangiare tre o quattro porzioni di frutta a settimana. La sua dieta è composta principalmente da carni rosse, insaccati, pesce e uova. Nonostante le lamentele del marito e i ripetuti ammonimenti del medico, Gianna continua a fumare le sue 20 sigarette al giorno, resistendo ai rimproveri del marito: “Paolo, non ne posso fare a meno, sono vecchia e non vedo perché dovrei smettere proprio adesso e togliermi questo unico piacere”.
Una sera, mentre Paolo sta guardando il suo programma preferito seduto sul divano, Gianna, che poco distante sta leggendo un libro con il solito filo di fumo che sale dal portacenere sul tavolino accanto, alza la testa e si rivolge al marito: “Paolo, non vorrei disturbare la visione del tuo programma preferito, ma sento una strana sensazione al palato. È tra il fastidio e il dolore, come se avessi una piccola ferita, puoi guardare?”
“In effetti c’è qualcosa, in fondo sul palato”.
“È da un po’ che l’ho, ma ora mi dà proprio fastidio, domani chiamo il dentista per farmi vedere, dopotutto è passato molto tempo dall’ultimo controllo, probabilmente più di anno”.
Nel giro di pochi giorni Gianna è seduta sulla poltrona dell’odontoiatra. “Come si è accorta della lesione, signora?”
Gianna racconta che è quasi un mese che sente qualcosa di strano in fondo al palato e che negli ultimi giorni si è anche un po’ spaventata perché ha visto del sangue nella saliva.
“Apra bene la bocca che ora vediamo…” C’è una lesione ulcerata di un paio di centimetri al confine tra palato molle e duro dall’aspetto dubbio, per cui l’odontoiatra decide di sottoporla a biopsia. L’esito della quale parla chiaro: tumore squamocellulare, per cui l’odontoiatra indirizza la paziente al Centro di riferimento per procedere alle cure del caso.
Dopo l’esecuzione degli esami si decide per una chemioterapia associata ad alcune sedute di radioterapia.
Nel Centro oncologico Gianna viene seguita da Maria, infermiera esperta e dotata di grande empatia. Gianna si trova subito bene con lei e le confida le sue preoccupazioni e anche un certo rimorso: “Credo sia colpa mia se adesso mi trovo qui, alimentazione sbagliata, fumo e pure aver aspettato a farmi vedere…”
“Signora, capisco i suoi pensieri, ma adesso deve guardare avanti, affrontare le cure. Lei e io parleremo soprattutto di questo”.
“D’accordo, Maria. Cosa devo aspettarmi?”
L’infermiera inizia a spiegare i trattamenti a cui la donna verrà sottoposta, i risultati attesi e i possibili effetti avversi che incontrerà lungo il cammino. “È fondamentale la sua collaborazione, signora” conclude l’infermiera dopo averle fatto diverse raccomandazioni.